venerdì 30 dicembre 2011

Stay baby, stay baby, stay

Un'indigestione di Simply Red ho fatto, oggi, pensando Stay baby, stay baby, stay nella convinzione di farti restare sempre uguale e coerente con i tuoi principi.
Ok, sei rientrato alla base oggi, ma non c'era bisogno di fotografare il cartello del Comune di Roma per farmelo sapere...
Io ho trovato una tartarughina morta, e con molta tristezza l'ho seppellita in giardino: adesso le cinque che ti avevo conservato sono rimaste in quattro, spero non ci siano altri decessi prima del trasloco!
L'anno scorso proprio a quest'ora eravamo insieme, per la famosa serie Prima o Poi, più poi che prima, più improvvisamente che mai.
E' passato un anno esatto eppure mi sembra ieri e ti sono rimasta persino fedele.
Dici che mi sono abituata ad aspettare?

sabato 24 dicembre 2011

Sogni di Natale

Ieri parlandoti mi sono resa conto che, in fondo, un sogno ce l'ho e per questo l'ho voluto condividere con te. E' stato come chiederti di aiutarmi a sperare di realizzarlo. So che lo farai, perchè ci credi quanto me e, forse, più di me.
Non smetterò mai si sognare, perchè sono capace anche di aspettare.
Per due anni abbiamo accarezzato insieme un sogno, prima di vederlo realizzato.
Adesso forse ce ne vorranno altrettanti, ma non importa se riusciremo a rimanere come siamo adesso, come siamo sempre stati, modesti, umili, lontani anni-luce da qualsiasi ambizione, seppur consapevoli delle notre capacità.
Il tempo ha lavorato a nostro favore, vedrai che lo farà ancora.
Con lieve tristezza oggi ho rivolto lo sguardo verso il vulcano coperto di neve, perchè tu questo Natale non potrai farlo, ma so che tra un mese sarai qui.
Quasi quasi mi scappa un sogno anche per il compleanno.

giovedì 22 dicembre 2011

una giornata positiva

In questa freddissima giornata in cui non sono riuscita a togliermi di dosso il cappotto imbottito (mi sembra di essere stata in frigorifero, mica al lavoro) due cose sono state capaci di scaldarmi il cuore.
Aver regalato la mia rosa di lana all'uncinetto ad un'utente che me l'ha chiesta, per farsene una spilla, e aver condiviso in bacheca un articolo che parla di te.
So che lo apprezzerai e arrossirai persino d'imbarazzo, ormai siamo rimasti davvero in pochi a stupirci per primi dei nostri successi, e tu sei uno di questi.
La mia capa mi ha regalato un portatovaglioli natalizio che più inutile non si può, che poi ho persino lasciato in macchina, e nel farle gli auguri ho pensato "ma vai a quel paese, ignorante".
Non voglio regali, non voglio niente.
L'unica cosa di cui ho bisogno, è vedere te e sentire la tua voce.

mercoledì 21 dicembre 2011

Voglia di lana

Come ogni Natale è arrivata, puntuale, la voglia di prendere in mano gomitoli colorati, ferri, uncinetto, insomma di fare qualcosa con le mie mani, purchè sia lana, purchè io veda morbidi gomitoli colorati srotolarsi, rimpicciolirsi, rotolare giù dal divano.
Oggi ci ho pensato, ho cercato qualcosa da fare e mi sono sentita bambina con la giovane mamma e la zia che m'insegnavano i vari punti. Non so che darei per poter tramandare l'arte alle bambine di oggi, ma non ci sono piccoline in casa mia, né adolescenti desiderose di regalare al ragazzo un pullover fatto con le loro mani.
Sto provando a creare un fiore di lana da appuntare su una spalla, me ne hanno regalato uno e sono riuscita persino a renderlo profumato, spruzzandoci sopra un'acqua di profumo Caudalie, ma adesso voglio il mio fiore, quello fatto da me con la mia lana azzurra e il mio uncinetto argentato.
Sto provando a fermare il tempo, a fissare momenti che non torneranno più, in un semplice fiore dai petali di lana... c'è pure la rugiada, ora che qualche lacrima segreta di nostalgia riesce a intrecciarcisi dentro.
E io sono di nuovo bambina.

martedì 20 dicembre 2011

Occhiali e coincidenze

Ho cambiato occhiali.
Dopo lunghe incertezze e travagliati ripensamenti, ho deciso di vederci chiaro. Sono passata dalle leggerissime lenti a giorno con le stanghette di Cartier (penso siano di platino, dato il costo) ad paio di progressive - e non meno costose - Tiffany tartarugate rossastre, come la moda prescrive.
No, non sono gli orridi occhiali di Arisa, ma poco ci manca.
Avevo un certo timore che non ti piacessero, lo confesso. Tu ed io ci teniamo a valorizzare il più possibile i nostri occhi verdi e le lenti a giorno ci aiutavano tanto... così adesso mi sono sentita un po' in difficoltà immaginando il nostro prossimo incontro, dato che quando ci vediamo si finisce per parlare sempre anche di occhiali, di toglierseli, di poggiarli l'uno sull'altro, e.....
....e poi stasera qualcuno ha pubblicato delle foto in cui anche tu sfoggi degli occhiali nuovi di zecca, montatura nera, pesante... ma che ti sei fatto, gli occhiali di Arisa?!?
E come può essere che i nostri cambi di lenti vadano di pari passo?
Sarà una coincidenza?
Io intanto con questi ci vedo benissimo, finalmente, non ho più bisogno di cambiarli di continuo e non ho più mal di testa. Li ho desiderati nello stesso preciso istante in cui ho scoperto che anche i tuoi ray-ban a specchio erano progressivi, e che anche tu non eri perfetto, proprio come me.
Il Papa benedice sempre Urbi er Orbi.
Gli Orbi siamo noi due, sicuramente.

domenica 18 dicembre 2011

Incertezze di natale

Siamo quasi a Natale e cerco disperatamente di non pensarci.
Ho paura, sia di quello che potrebbe accadere, sia di quello che potrebbe non accadere. Ci sono state occasioni in cui sei stato capace di sorprendermi, chissà se le hai esaurite o no.
Non ho preso niente per te, accudisco come sempre le nuove piccole in attesa di dartele, ormai sono il filo sottile della vita che ci lega e ha superato persino la morte.
E' passato quasi un anno, ci pensi?... e ho già smesso di raccontarti i miei sogni, e persino di andare dall'analista. Ho fatto spazio alla mia infelicità, adesso vive ben nascosta da queste parti.
Ci sono sempre meno parole e sempre più ricordi.
Notte.

lunedì 28 novembre 2011

Deja vu

C'è una strana concomitanza tra i miei scritti e la mia vita, ma è una sensitività che sinora mi ha provocato solo sofferenza e adesso tremo al pensiero che una storia inventata dalla mia penna possa trasformarsi in realtà.
Ieri sera ho letto una parola, Herat, accanto al tuo nome su skype, e adesso aspetto con ansia il ritorno dall'Afghanistan e la spunta verde che significa "va tutto bene".
Rileggerò il mio racconto, con un sorriso, un attimo dopo. Al diavolo la sensitività, è solo un grande impiccio quando ci si vuole bene e si vive alla giornata.
Io sono sempre qui ad aspettare.... ad aspettare un ritorno da Herat.

martedì 22 novembre 2011

Premi ed emozioni

Com'è difficile scrivere l'elogio di qualcuno che conosci bene.
Un carissimo amico riceve un premio prestigioso, internazionale, e l'emozione non ti fa trovare le parole giuste per descriverlo.... le parole che hai sempre trovato, è come se improvvisamente non andassero più bene, perchè ne servono di più intense.
Ancora più difficile diventa se hai avuto la bella notizia in anteprima da settimane e hai dovuto tenerla per te - invece di gridarla al mondo intero - e poi non hai voluto nemmeno presenziare alla premiazione; ma hai fatto una scelta di riservatezza, odi il presenzialismo e soprattutto odi metterti in tiro, anche se la cornice lo richiede.
E' andata. Foto, interviste, commenti, baci e abbracci e complimenti.
Della commozione che tu non sei riuscito a nascondere adesso ne stanno parlando tutti, ma è un'emozione che io conosco in maniera speciale e giocosamente intima.
Adesso sei dappertutto: schivo e umile come sempre, ma ci sei e sei diventato ufficialmente e universalmente importante.
Per me lo eri già e non cambia nulla. So che resterai come sei, anche se hai ricevuto quel premio che poi non è nemmeno il primo della tua carriera.
Sono strafelice per te e questa gioia perfetta l'abbiamo condivisa ben prima che la notizia divenisse pubblica.
Altri - e altre - rosicano, copiano, spiano... e lasciamoli rosicare, copiare, spiare.... e sperare.
A loro non succederà, mai.

mercoledì 10 agosto 2011

Notte di San Lorenzo

L'ho scoperto dopo, che era la notte fatidica, quella che passi in terrazza con le spalle coperte e la testa per aria, in direzione Nord-Ovest. Solo che io quest'anno non ci sarò, perchè proprio da quel terrazzo ho sentito il desiderio di scappare, quando mi sono resa conto che non era il terrazzo di un delizioso appartamento in riva al mare, ma quello di una caserma in cui non esistono diritti, ma solo doveri, quello in cui ogni cosa che fai è sempre troppo poco e ogni cosa che dici è sempre in più. Un giorno scopri con amarezza che in casa tua, sono altri a comandare, a decidere, a criticare, che non sei libera di niente, neppure di scegliere dove mettere la tua borsa.
Da questo incubo me ne sono andata, sono tornata tra le mie cose, tra i miei silenzi, nel mio mondo privo di regole inutili.
La solitudine è tanta ma aiuta a riflettere.
Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, so sbagliare così bene da sola! Ho persino da scegliere il letto dove riposare stanotte e, se abbraccerò un cuscino, nessuno me lo toglierà.
Voglio pensare solo a me stessa e al mio bisogno di libertà. Vorrei essere libera di non mangiare e di non cucinare, se non mi va, almeno quando sono in vacanza. Vorrei svegliarmi all'ora che mi pare e addormentarmi quando ne sento il bisogno.
Se vedo una stella cadente, esprimerò questo desiderio.
Magari si avvera.

domenica 3 luglio 2011

Il giorno dopo

Tra sogno e realtà, ogni tanto un desiderio si realizza.
Improvvisamente, con naturalezza e spontaneità, senza sconvolgimenti né ansie o paure, scopri che quel filo sottile - tanto sottile quanto invisibile - in fondo non si è mai spezzato. Allora capisci (non è mai troppo tardi per capire) che le parole non erano solo parole, che viaggiavano nel tempo mentre il tempo era una variabile sconfinata, ma senza perdersi.
Le parole erano promesse, le promesse erano desideri mescolati da timidezze, le ipotesi a cui hai cercato di dare una spiegazione, solo sciocchezze.
L'unica certezza è la condivisione di un tempo, il tempo di scambiarsi i desideri nel momento in cui ognuno voleva realizzare soltanto i sogni dell'altro.
Ora so che tu vuoi regalarmi un sogno, altrettanto quanto io voglio fare con te.
Ieri è stato possibile, poi la sera ho intrecciato poesie di ricordi e pensieri che solo l'emozione può disegnare, e ho dormito sognandoti come sempre sereno e sincero. Ho finalmente ascoltato parole che avevo aspettato per tre lunghi anni, e che adesso conservo nel mio cuore insieme a tanto altro.
Mi faranno compagnia nei mesi a venire, in attesa del prossimo incontro.
In fondo, è soltanto il giorno dopo.

venerdì 1 luglio 2011

A Montecarlo....

Angolo del gossip.
Alberto di Monaco sposa oggi la bella e algida sudafricana Charlene. Troppo alta, troppo bionda, le spalle troppo larghe e un sorriso stiracchiato, che cozza incredibilmente con occhi tristissimi, che più disperati proprio non si può.
Voleva scappare all'ultimo momento, la bella Charlene... se mai si può desiderare di scappare dal paese delle favole... e in Sudafrica, poi, dove rischi di essere ammazzata e rapinata per pochissimo, dove sono tutti brutti e neri, dove il biondo e bello è nemico del popolo.
Ma la bellona non scappava dalle rivelazioni dell'ennesimo figlio illegittimo del suo stagionato principe (che, detto fra noi, è pure colto, simpatico e parla benissimo l'italiano).
La biondissima altissima e purissima era semplicemente stata informata che il suo stempiato principe è bisessuale, e non ha retto alla gelosia. Certo la poveretta poteva informarsi prima, di tempo ne ha avuto. Un qualche prezzo dovrà pur pagarlo, per diventare ricca famosa e principessa a Montecarlo!
E poi Alberto non è l'unico a cui piacciono i maschi, ed è discreto ed educato, un vero principe.
Speriamo lo siano - come lo sono stati sino ad oggi - anche i suoi amichetti.
Auguri agli sposi.

sabato 28 maggio 2011

Truffa e Falso

Sono contenta, anzi contentissima.
La nota disabile catanese che (con l'aiuto gratuito di un rampante avvocaticchio) aveva fatto fare al Comune di Catania una colossale malacumpassa amministrativa, anche troppo strombazzata se vogliamo, dovrà rispondere di falso e truffa!!!!!!!!
Altro che ricorsi al TAR, qui siamo nel penale. L'agguerrita donzella, a bordo della sua motocarrozzetta naturalmente, dovrà presentarsi in tribunale, sezione PENALE, a spiegare come mai nella sua dichiarazione dei redditi e ISEE si era dimenticata di beni immobili, garages, redditi, depositi bancari e postali per centinaia di migliaia di euro eccetera eccetera.
Beh io una spiegazione ce l'avrei: per essere assistita gratuitamente 24 ore su 24 a spese della collettività, e preservare accuratamente il patrimonio di famiglia.
I numerosi politici che (da sempre) fingono di essere dalla sua parte, mentre appena gira l'angolo sbuffano e la definiscono (a ragione, eh) antipatica e rompicoglioni, si sforzino di farle capire che non è così che funziona. L'assistenza è gratuita per gli indigenti veri, ma lei non lo è. I veri poveri sono altri, e vivono un'esistenza dignitosa senza invidiare chi è stato più fortunato.
Ognuno, alla fine, ha ciò che si merita. La disabilità non giustifica l'invidia, la cattiveria, la malafede nera. La signorina, accecata dall'autostima, non ha pensato che poteva esistere, su questa Terra, qualcuno più furbo ed accorto di lei. E' solo questione di tempo: la giustizia arriverà, la tipa metterà mano al portafogli e al patrimonio di famiglia e il Comune, finalmente, potrà assistere chi ha realmente bisogno, non chi chiama la stampa per minacciare falsi scioperi della fame, scrive al presidente, al ministro, al prefetto e al papa, si fa ospitare in TV e poi ha da parte i miliardi e tutti i parenti che vivono di rendita.
Vaffanculo.

lunedì 25 aprile 2011

Pasqua felina

Sarà che sono golosa fino ad un certo punto, sarà che le tradizioni non mi fanno né caldo né freddo, ma quest'anno nel periodo pasquale non ho acquistato né uova di cioccolato, né colombe classiche o farcite. Ho preferito chiudere il pranzo pasquale con una bella torta tartufata, preparata dal mio pasticcere preferito, e mi ritenevo soddisfatta.
Non avevo fatto i conti, però, con i gatti che albergano nel mio giardino.... ebbene i felini (o ferini?!?) sono evidentemente molto più attaccati di noi alle tradizioni... il loro pranzo pasquale si è infatti concluso con una bella Colomba Motta - motta nel senso di morta - che hanno provveduto a procurarsi da soli, e di cui hanno lasciato solo le penne sparse in mezzo all'erba!!!
E' stato quantomeno impressionante assistere al banchetto... forse non riesco ad accettare fino in fondo la loro animalitudine, ma l'istinto bestiale non l'ho certo inventato io.
Una Colomba Motta, sette-otto porzioni.
Buona Pasqua, mici miei.

sabato 16 aprile 2011

La chiave in tasca

Altri luoghi, altri pensieri ci rapiscono in questi giorni difficili.
Le distanze curano l'ansia, a volte, si affievolisce ogni certezza che lievemente diviene passato remoto. Non ho testa per la speranza, adesso, non ho testa per inseguire il mio sogno, è già difficile gestire la realtà.
Chiudo a chiave nel cassetto i miei sogni, ma porto la chiave con me. Ogni tanto metto la mano in tasca e la sfioro, questa chiave.
La userò, se occorre.
Oppure no.

giovedì 14 aprile 2011

Quella bimba sono io

Ho continuato a sognare.
Altre scene, altre circostanze e personaggi... ma quella bimba, bionda, con occhi grandi, quella che si fida ciecamente di te, c'è sempre.
E certo che c'è, sono io!!!
E' vero che i sogni parlano, ed infatti oggi mi hanno spiegato che quella piccina sono proprio io. Insieme dobbiamo salire al dodicesimo piano, ma siamo ancora fra il secondo e il terzo, direi, e non c'è ascensore.
Al risveglio ero serena e rianimata da una nuova pazienza.
E quanta ce ne vuole, lo so soltanto io.

lunedì 4 aprile 2011

I sogni parlano

Ti ho sognato di nuovo. Un sogno tranquillo, primaverile, senza angosce ma neanche gioia quando ti ho visto apparire. Per strada, tenevi per mano una bimba piccola, molto tenera, bionda. Chi fosse quella piccina, non saprei, ma a te si affidava e d'altronde si fidava di te.
Dovevi tornare a casa e ti ho sentito dire che dovevi arrivare sino al dodicesimo piano, perchè era lì che abitavi.
Dodici piani.... accidenti, ho pensato, io sto al piano rialzato!
Il fatto è che i sogni parlano.

domenica 3 aprile 2011

Sono guarita

Otto anni dopo, mi sento finalmente guarita.
E' bastato ascoltare un brano sanremese di Alexia, Per dire di no, e realizzare che finalmente non provavo più quella tempesta di emozioni, che me lo avevano fatto amare in modo incredibile. Sembrava scritto da me e per me, per una storia che oggi trovo assurda... oggi, però.
Ci sono voluti anni, parole, pensieri, farmaci anche, c'è voluta la forza di cambiare, di maturare, di guardare in faccia la realtà e un futuro che sarebbe stato senza colori.
C'è voluta anche un pizzico di fortuna, c'è voluta anche una vagonata di forza di volontà e tanta, tanta pazienza.
Ci sono voluti anni e anche qualche altro piccolo errore, ma è servito a qualcosa.
Per dire di no, appunto.

domenica 13 marzo 2011

Scena del crimine

Impazzano - e ci fanno impazzire - criminologi, psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri, RIS, ROS, RACIS, Polizie Scientifiche, Guardie di Finanzia e Guardie Costiere... tutti lì a indottrinarci sull'importanza di lasciare inalterata la scena del crimine, a informarci sul rischio di contaminazione, a renderci consapevoli delle metodologie attraverso cui si può indagare avvalendosi dei più avanzati materiali quali il Luminol, e trovare il DNA nel residuo di uno sbadiglio di dieci anni prima.
Essendo una donna che lavora, non avendo ancora trovato un aiuto domestico affidabile, e dovendo occuparmi di un alloggio a dir poco immenso, ho preso la mia decisione: non mi spezzerò più la schiena (né l'ho mai fatto, a dire il vero...) per rendere casa mia più antisettica di una sala operatoria. Non ne ravviso la necessità, non me ho la minima voglia e non intendo minimamente alterare la scena del crimine, semmai un crimine vi possa avvenire!!!
Lascio tutto inalterato... del resto Pietrino Vanacore cercò di lavare tutto e fece una brutta fine... io non voglio contaminare niente, non si sa mai.
Preferisco il riposo.

giovedì 10 marzo 2011

Oggi, domani, un giorno

Oggi dirò di no
Non è tempo di seminare
Il vento ha lasciato ferite
E il freddo ha bruciato i germogli
Giorni d'acqua dovranno bagnare ogni dubbio
Desideri sbocciare alla vita
Nell'amore che sento ancora per te
Maturo consapevole sentimento di gioia
Condivisione di tempi e distanze
Pensieri e fantasie tutte nostre
Sarà domani forse
Il sogno è lieve e giocoso
Il tempo rubato si rinnova
La dolcezza non cambia
Io sempre io, tu sempre tu
Noi, raramente.

domenica 6 marzo 2011

Fantasie sotto la doccia

Finalmente ho trovato un po' di tempo per me stessa.
Ho acceso il riscaldamento, nonostante non ce ne fosse alcun bisogno, solo per poter scaldare accappatoio e asciugamani; ho scelto con cura gel doccia, shampoo, hair conditioner, creme per massaggi e mousse per i capelli, i loro aromi e i loro profumi speziati.
Sotto lo scroscio dell'acqua ho chiuso gli occhi e sei apparso all'improvviso, si proprio tu, a fare la doccia con me, mi hai massaggiato la testa e poi sei sceso sempre più giù, le tue carezze scivolavano via come solo tu sai farlo quando scivoli dalla mia vita, ma c'eri anche se non c'eri e io ti pensavo anche se non volevo pensarti e ti ho voluto anche se avrei tanto voluto non volerti. Tu mi vuoi quando io non ci sono e mi pensi quando io non ti penso, ti piace sorprendermi ed essere protagonista di una recita a soggetto che non avrà mai fine. Ti sto pensando e non te lo dirò, fingerò di non pensarti quando ti abbraccerò coi miei pensieri folli.
Ammazziamo il tempo, tanto non muore mai.

martedì 1 marzo 2011

Yara: sensazioni

Ho una mia, personalissima ipotesi sull'omicidio di Yara.
Dopo tutto ciò che ho letto, ascoltato, visto, dopo aver appreso che non le è stata usata violenza, sono assolutamente convinta che il suo assassinio sia maturato nell'ambiente della ginnastica. Anni e anni trascorsi nell'ambito sportivo ed agonistico, non come atleta ma come Ufficiale di Gara del CONI, sabati e domeniche passati in palestre, piscine, piste di atletica eccetera, mi hanno fatto ben conoscere l'ambiente sportivo giovanile e l'accanimento con cui molti genitori malati - e anche gravemente, direi - di ambizione, seguono e incoraggiano i propri figli.
Ho visto madri e padri tifare per i propri pargoli con un accanimento patologico, disumano, scagliarsi contro giudici, cronometristi ed arbitri di gara con aggressività fuori luogo. Taluni genitori sarebbero stati capaci anche di uccidere, secondo me, accecati dall'invidia e dal desiderio di togliere di mezzo una potenziale concorrente della propria figlia... e Yara lo era, era una promessa della ginnastica artistica ed era persino entrata nel circuito della Nazionale giovanile, sogno di tanti genitori divorati dall'ambizione, che proiettano sui figli i propri desideri.
Le palestre sono strapiene di ragazzine ponchiolotte che mai potranno essere al pari di Yara, così come le scuole di danza pullulano di bambine che non sono portate per il ballo e non hanno la struttura fisica adatta.
Terribile ipotizzarlo, lo so, ma io non riesco a togliermi dalla testa che Yara sia stata semplicemente tolta di mezzo da un'antagonista, o da chi per lei.

sabato 26 febbraio 2011

Spiagge di ansia

A pochi chilometri da qui, spiagge di sabbia insanguinata trasformate in cimiteri per rivoltosi, popoli strumentalizzati che transiteranno da una dittatura ad un'altra.
Impossibile la democrazia in nordafrica, incompatibile con civiltà e progresso. Non si tratta di razzismo, ma di storia e di sociologia.
Qualcuno andrà a rischiare l'incolumità per raccontarci questa storia contemporanea, qualcun altro ne attenderà trepidante in ritorno e le testimonianze.
I pensieri si rincorreranno segretamente, la vita si lascerà vivere tra istanti di gioia e attacchi di malinconia.
Il tempo promesso arriverà a dissolvere ogni paura.
Forse.

giovedì 24 febbraio 2011

E' tutta la mia vita ?!?

Ma basta con queste donne famose che in TV parlando del proprio figlio (unico, ovviamente...) ripetono continuamente "E' tutta la mia vita!!!".
Anch'io sono madre, adoro i miei figli e darei la vita per loro, ma non ho mai detto una cosa simile e neppure l'ho mai pensata.
Innanzitutto non considero i figli una mia proprietà, inoltre penso che nella mia vita ci sia anche altro, e meno male.... ergo, se c'è anche altro nella mia vita normale, figuriamoci se non c'è dell'altro nell'esistenza di donne famose, ricche, protagoniste!!!
Non ci credo, e non ci crederò mai, che il figlio di Anna Tatangelo e il figlio di Nina Moric siano Tutta La Vita delle loro mamme. Non credo che queste mamme abbiano fatto per i loro pargoli i sacrifici che ho fatto io, e che abbiano avuto lo stesso aiuto (o non-aiuto) che ho avuto io. Mi fanno ridere, non riescono a convincermi... ma non è una gara a chi ha sofferto di più o ha dovuto piegarsi a più rinunce. Io sono contenta di essere madre, lo rifarei, ma grazie al cielo nella mia vita ho fatto - e voglio fare - anche altro.
I figli ci sono ma non sono Tutta la mia vita, io per fortuna non sono Tutto per loro, e non dobbiamo dimostrare o giustificare niente a nessuno.
Per fortuna esiste anche altro. Bello, brutto, emozionante, seducente, interessante, affascinante, tremendo, straziante, ma ALTRO.

domenica 20 febbraio 2011

Il mio Sanremo

Vorrei dire la mia sul festival di Sanremo. Posso?
Morandi l'ho trovato strepitoso. Mi piace da quando andavo alle elementari e gli sono ancora fedele!
Belen non la reggo, non reggo suo padre sua madre suo fratello e sua sorella, mi hanno proprio rotto le palle e trovo vergognoso che cerchi di promuoverli: c'è già lei, basta e avanza no???
Molto più fine e bella - secondo me - la Canalis. Okay non sa fare niente ma almeno parla in italiano e pronuncia le B e le V, cosa che a Belen non riesce. E poi Belen ha labbra e seno mal rifatti. Punto.
Luca e Paolo, troppo schierati a sinistra per i miei gusti.
Il maestro Sabiu, ma perchè non si è sistemato i denti???
Ora andiamo alle canzoni e ai cantanti.
Dei giovani, ho adorato le sonorità del brano di Serena Abrami. Non la conoscevo ma le auguro una bella carriera. Il testo della sua canzone, scritta da Niccolò Fabi, mi tocca molto da vicino.
Il vincitore Raphael Gualazzi è un allampanato imbranato complessato che manderei di corsa in terapia, se no saranno guai.
Giusy Ferreri, una delle peggio vestite! Tappa e pure sgummata, è tutta testa... sproporzionata, un mostro quasi. La canzone è da buttare, però ha un ritornello originale.
Luca Madonia, l'ex strammato a cui è andata bene. Non si droga più e si vede! Bello e raffinato il suo brano, anche se il duetto con Carmen Consoli non c'entrava niente. Battiato è stato meno spocchioso del solito e gli ha dato una mano. Io li avrei piazzati fra i primi tre, con La Crus. Il pelo rosso Giovanardi è lariuzzo ma canta bene, è un musicista sensibile e raffinato. Mi piace tutto il suo repertorio, non lo conoscevo ma ho rimediato grazie a YouTube.
Al Bano mi è simpatico ma che orrore la camicia elegante fuori dai pantaloni per mimetizzare la panza... canzone banale ma molto, molto furba.
Anna Tatangelo non riesce a raffinarsi del tutto: la classe e lo charme non sono cosa sua. Il suo brano non mi è piaciuto e nella serata dei duetti, la sua partner l'ha ammazzata cantando in una tonalità assurda rispetto a lei.
Nathalie, se la finisse una buona volta di presentarsi in abito da sera e anfibi, e lasciasse i capelli del suo colore naturale, per me ci guadagnerebbe.
La Oxa come al solito si dà un sacco di arie ma da anni ormai è il nulla musicale.
I Modà imitano i Negramaro, però piacciono e vendono: meglio per loro.
Vecchioni è andato a Sanremo convinto di vincere, ha vinto, ma ora basta.
Patty Pravo mettetela in una casa di riposo, per favore; Tricarico mandatelo a Mosca, in Cina, basta che ci rimanga il più a lungo possibile.
Per Pezzali mi dispiace un po', sembra uno che ha bisogno di aiuto, di un sussidio, di un posto di lavoro...
Van de Sfroos, strepitoso anche se polentone. Luca Barbarossa, ragazzo elegante che piace a mia mamma, piace pure a me ehehe... la sua partner era anche lei molto elegante ma aveva orribili scarpe su cui non era in grado di camminare, e gambe troppo magre. Ah, e pure una strana voce nasale, tutta di testa: ma dove l'ha trovata questa? una migliore non c'era??
La MIA classifica di Sanremo è questa:
1 Luca Madonia
2 La Crus
3 Van de Sfroos
Serena Abrami per i Giovani.
Ho finito.

domenica 13 febbraio 2011

Niente piazza, grazie

Non sono andata a manifestare, oggi. Non mi interessano gli slogan e la strumentalizzazione rossa delle truppe cammellate. Io sono libera, non appartengo a nessun sistema organizzato e, di volta di volta, decido con la mia testa.
Ho visto le foto, ho riconosciuto tanta gente che stamattina è scesa in piazza solo per socializzare, per incontrare gente, per sentirsi protagonista... ma non è una mia esigenza!
Se esistono ragazze che decidono di prostituirsi per far soldi facilmente, è solo colpa loro e non serve manifestare in piazza. Le troie esistono ed esisteranno sempre, a destra come a sinistra, sul marciapiede come nei condomini eleganti, a scuola e negli uffici. Le troie le incontro tutti i giorni sul posto di lavoro, hanno meno titoli di me ma sono passate per i letti giusti e per le segreterie politiche giuste. Vanno in giro a testa altissima e si danno pure un sacco di arie, mentre sbagliano i congiuntivi. Ma non sarà la piazza a sconfiggerle o ad abolirle, e neppure il prossimo governo.
Non me la sento di colpevolizzare più di tanto chi decide di vendere il proprio corpo anzichè spezzarsi la schiena a lavare scale, se deve mantenere bambini piccoli (dico questo perchè odio le faccende domestiche con tutte le mie forze....) ma qui non si tratta di sopravvivenza: si tratta di scelte di vita e basta.
Con la differenza che la troietta che partecipa ad un festino, a me personalmente non fa alcun danno.
La collega che si fa trombare dal dirigente di turno, invece, fa carriera al posto mio e mi fa un danno concreto non solo in termini economici, ma anche e soprattutto umani.
Altro che piazza... altro che manifestazioni... altro che Berlusca dimettiti.
Ma vaffanculo.

martedì 8 febbraio 2011

Storie di bambini

Storie di bambini che si intrecciano, nella cronaca drammatica del nostro paese. Quattro piccoli di etnia rom morti carbonizzati in un campo abusivo alla periferia della capitale, due gemelline svizzere di sei anni affidate al padre separato per il fine settimana, e scomparse nel nulla. Brutti, sporchi e cattivi i rom, bellissime e biondissime le gemelline di Losanna. Poveri e derelitti i fratellini rom, figli incolpevoli di genitori incapaci, ignoranti, dissennati nel perseguimento delle loro assurde tradizioni etniche di maltrattamento e degrado; eleganti e deliziose le piccole bimbe svizzere, cresciute nel benessere e nella cultura loro assicurata da genitori entrambi affermati nella vita e nel lavoro.
Non riesco a provare pena per i genitori dei poveri bimbi rom, prendo atto solo della loro inconsapevole incapacità di meritarsi la prole che hanno generato, e spero che non riescano a mettere al mondo altri infelici.
Allo stesso modo, non riesco a provare pena per la madre italiana delle gemelline svizzere: non è riuscita a cogliere la disperazione del suo compagno, almeno secondo quanto ci ha fatto sapere la cronaca ma, anzi, ha lasciato che l'ambizione e la carriera danneggiassero la sua famiglia.
Di disperazione, il povero padre delle bimbe doveva averne accumulata anche troppa, dato che ha deciso di porre fine alla sua vita gettandosi sotto un treno. Una fine orrenda, straziante, ma non certo più dolorosa della depressione che lo dilaniava. Al momento, non so se abbia o meno soppresso le piccole, o se le abbia nascoste affidandole a qualcuno. Intimamente sono convinta che le abbia uccise, per unirle a sé in un eterno, indissolubile abbraccio.
Non so perchè, ma assolvo quest'uomo e lo comprendo totalmente. Non intendo discuterne con altri, so di essere una voce fuori dal coro ma mi sento profondamente vicina a quest'uomo e alla sua folle infelicità.
Riposa in pace, Mathias.

giovedì 3 febbraio 2011

L'ultimo tango di Maria

Apprendo con un certo sgomento la notizia della prematura scomparsa dell'attrice Maria Schneider. 58 anni sono pochi per morire, anche se hai vissuto una vita sregolata, segnata dalla droga e da chissà che altro.
Ricordo la Schneider strombazzata protagonista di Ultimo tango a Parigi, un film di Bertolucci che non ho mai visto ma di cui ho tanto letto e sentito parlare. All'epoca ero minorenne e i miei genitori, che si precipitarono a vederlo, al ritorno avevano le bocche cucite: figurarsi. La mia curiosità però cresceva e finalmente, qualche tempo dopo, qualcuno si degnò di raccontarmi in cosa consisteva l'incriminata scena del burro, quella che mandò il film al rogo, manco ci fosse la Santa Inquisizione.
Oggi, finalmente, ho visto per la prima volta la famosa scena su youtube. Una scena per educande dell'ottocento, direi.... Una scena in cui Marlon Brando è spaventosamente bello e, seppur vestitissimo, è altrettanto spaventosamente desiderabile, con il burro o senza. Maria, invece, purtroppo per lei non è mai stata bella e neppure particolarmente fine. Inoltre, a mio giudizio, la voce della doppiatrice non le si addice affatto, e rovina tutto l'insieme.
Come sono cambiati i tempi, mi sono detta... oggi andrei a vedere il film e ne parlerei con i miei figli, eccome se ne parlerei, prima che lo faccia qualcun altro.
Cara Maria, non sono stati né l'Ultimo Tango né il burro a rovinarti la vita: quelle sono state soltanto scuse, tu non eri una vera attrice ma solo una creatura inquieta e disperata.
Spero abbia trovato la tua pace.

mercoledì 26 gennaio 2011

Ci può essere

Ci può essere un momento
per manifestare un desiderio
Ci può essere uno spazio
per accogliere un sentimento
Ci può essere un luogo, la sua luce, il suo colore
per lasciare in custodia le proprie timidezze
Ci può essere un segreto
per dare un senso a questo tempo di emozioni.

domenica 23 gennaio 2011

Domani volo

Sto imparando a decrittare i più piccoli segnali, a leggere tra le righe, a scoprire particolari impercettibili.
Una sensibilità già di per sé forte, che riesce a farmi stare ancora peggio del solito. A volte mi pare di leggere nei pensieri altrui ed è un'attività che non mi apporta alcun beneficio, ma solo profonda tristezza.
Purtroppo il linguaggio e le capacità espressive sono un dono raro e sempre più persone utilizzano una comunicazione fatta di monosillabi, o al massimo di due sillabe, e in quelle due o tre sillabe io devo riuscire a capire tutto. Forse un giorno impareremo a comunicare attraverso i pensieri in un linguaggio scarno, povero come la lingua inglese o quella slava che se le traduci sono una vera delusione. Un solo articolo, the, che agli inglesi basta per tutto, e invece agli slavi addirittura non serve... figurarsi... per una come me, che si nutre di parole, è la fine.
Oggi il segnale da decrittare è stato domani volo.
Per la mia esperienza significa tutto e significa niente. Ho deciso di rifiutarmi di capire, posso solo aspettare. Peggio di così si muore, ma io nel frattempo cerco di sopravvivere.

sabato 22 gennaio 2011

Lo scrittore rampante

Un elenco di amici, o almeno così vengono definiti sul social network più famoso del mondo: tra di loro, gente a te sconosciuta che ti ha chiesto l'amicizia (!!!) sol perchè dalla foto sul profilo spiccava un bel décolletè.
I questuanti sono persone che hanno vari scopi: c'è lo scrittore rampante e sessuomane che definendosi noto esperto di minnazze è convinto di portarti facilmente a letto, c'è la altrettanto rampante studentessa che ritiene di sfoggiare un numero di amicizie il più alto possibile, c'è la stagionata professoressa che autoconvintasi di essere un'intellettuale si ostina a sfoggiare ridicolmente cultura e citazioni, condendole di imperdonabili sgrammaticature, c'è la folle single (o zitella?) ultratrentenne, assetata di sesso al punto tale da accontentarsi anche di esibizioni in webcam.
Un bel giorno, nell'intrecciarsi di chat e commenti in bacheca scopri che il rampante scrittore ti odia perchè gli hai dato il due di picche, e che le tre gentildonne da par loro ti odiano perchè sono convinte che invece tu gliel'abbia data. Magari gliel'ha fatto credere lui, chissà, non è stato un gesto elegante rifiutare le avances di uno scrittore, aho è lesa maestà e in qualche modo deve fartela pagare...
La bellezza del social network è che ti puoi liberare facilmente di questi amici malati.
In fondo bastano quattro clic.
Il disgusto però rimane, e non si può eliminare.

martedì 18 gennaio 2011

Dimensioni

Argomento spinoso, che affronto solo perchè ho voglia di leggerezza.
Penso di poterne parlare con cognizione di causa: sia perchè sono femmina, sia perchè ho un'età, sia perchè sono certa che papà e mamma non mi leggeranno.
Per anni ho letto e sentito dire che le dimensioni non contano. E l'ho anche pensato, anzi ho cercato di convincermene.
Che poi, dimensioni o no, una si prende quello che le tocca, e d'altronde non è poi così facile fare paragoni.
Tutto l'impianto crolla - d'accordo, potrebbe anche non crollare, ma di solito succede - quando capita di imbattersi in dimensioni notevoli.
Non che sia proprio un choc, diciamolo chiaramente, però è un trauma nel senso che, da quel momento, tutti gli altri ti appaiono improvvisamente insignificanti, come incapaci di reggere il confronto.
Ciò nonostante, siccome tutto è bene quel che finisce bene, posso affermare con certezza che la sopracitata crisi da dimensione è di carattere transitorio. Se infatti si dovesse entrare ancora in contatto con dimensioni non propriamente gigantesche, tutto viene compensato dalla qualità del rapporto, dall'emozione, dai sentimenti positivi, dalla tenerezza, dall'amore insomma.
Meravigliosa la consapevolezza che non contano le dimensioni, ma il proprietario.

lunedì 17 gennaio 2011

Una città

C'è una città, la più bella del mondo, che ho visitato tante volte e amato profondamente. L'ultimo, breve passaggio risale al 2008 e da allora l'ho vista solo attraverso la tv, nei film, nei servizi, nelle immagini, nelle panoramiche che ce la fanno riconoscere tra mille.
Da alcuni mesi le immagini di questa città mi fanno stare male.
Mi provocano una sofferenza acuta, come un senso di vuoto.
A volte chiudo gli occhi e rifiuto di guardare, come se il buio potesse curare la mia nostalgia.
Odio quella città in cui adesso ti aggiri senza davvero appartenerle, detesto le circostanze che ti ci hanno trascinato senza convinzione.
Tu non sei lì, ma non sei nemmeno qui e non sei neppure altrove.
Manchi, manchi tanto, non soltanto a me, ed è difficile percorrere le strade che hai voluto lasciare, soffocando una sofferenza profonda che meritava di essere ascoltata.
Ritorni e non è per sempre, vuoi tornare e subito ripartire. Non è nomade la nostra natura, siamo stanziali e legati alla nostra martoriata, affascinante città da un amore inspiegabile, costante, pieno di passione.
Tu l'hai tradita con leggerezza, ma lei ti perdona sempre perchè hai radici che non possono nutrirsi lontano da qui.
Io so che non me ne andrò.

sabato 15 gennaio 2011

Un'altra attesa

Scrivere per suscitare emozioni.
E' un impegno notevole, non si può rischiare di deludere chi ha delle ottime aspettative... ancora una volta, come in tutta la mia vita, sono qui ad impegnarmi non per me stessa, bensì per un'altra persona.
Provo ad aprire il foglio, metto giù qualche parola e parte la magia. E' facile aprire il proprio cuore, è facile esprimere i propri sentimenti: il difficile consiste, semmai, nel calibrarli in modo che non appaiano sfacciati o pretenziosi.
Vesto i miei sentimenti con abiti leggeri, trasparenti ma non impegnativi, che disegnano i pensieri senza costringerli, nascondo le curve con abili drappeggi, tra pieghe plissettate di dolcezza.
So che amerai le mie parole, so che le leggerai e rileggerai tra un arrivo e una ripartenza, conosco la piega del sorriso dolce che disegnerà la tua bocca e i tuoi desideri segreti.
Per questa piccola gioia, non sai quanta ansia ho dovuto attraversare. Ti vedo camminare con i miei pensieri in tasca, ben lontani dal cuore. E' solo la mente che ci sta guidando, adesso.
Scopro per la prima volta che la mente può essere più forte del cuore.
Domani mi ringrazierai per quelle parole, domani sarai luce e dolcezza.
Inizia un'altra attesa.

martedì 11 gennaio 2011

Non svegliatemi

Ci sarà un giorno in cui sorriderò, ripensandoci. Un giorno in cui tutti i pensieri che ho scritto, a mo' di diario, non avranno più senso e potranno essere cancellati senza rimpianto. Un tempo in cui non avrà più senso ricordare e ricordarsi, lasciare una traccia di emozioni e sensazioni. Un giorno in cui non esisterà la paura di dimenticare anche un semplice pensiero.
Adesso però non è il momento, adesso no. Sto dentro ad un sogno-realtà-sogno che ciclicamente mi avvolge e mi prende talmente, da mettere da parte la mia razionalità.
Non svegliatemi.

Choc da rientro

Com'è freddo questo ufficio alle sette del mattino.
Bene, non ci sono messaggi scritti al volo su pezzetti di carta.
Le mie cose sono al loro posto, non manca nulla.
Il telecomando del climatizzatore è ancora nel primo cassetto, non l'hanno rubato.
Anche il cavetto ethernet non è stato toccato, il pc è ancora al suo posto e la seggiola non è stata abbassata.
Fascicoli in ordine (ma durante le mie vacanze ci hanno lavorato, in quest'ufficio?) però bisogna uscire per un'emergenza. Mi sento una tirocinante al primo caso, non so che pesci pigliare. Ho quasi scordato come si lavora ma sono contenta, vuol dire che sono riuscita davvero a staccare!
Il tempo sembra non passare mai, eppure passa... alla fine, lavorerò persino mezz'ora in più, senza che mi venga riconosciuto un bel nulla.
Domani si relaziona. Domani si ricomincia a scrivere, finalmente.
A domani, inshallah.

venerdì 7 gennaio 2011

Una sera di dicembre

Flutti di parole a celare il desiderio
Antiche e nuove timidezze tra di noi
Il tempo volando annullava ogni spazio
Ho guardato le distanze sparire
E quelle mani finalmente mie
carezze di gemiti e sospiri
Il tuo sorriso complice, sereno
Naturalezza e gioia quell'emozione intensa
Ho spento i sogni e t'ho sentito vero
Baciando labbra piene di promesse
Siamo usciti in strada, l'uno accanto all'altra
Aghi di pioviggine parevano diamanti, su di noi.

giovedì 6 gennaio 2011

Karma e telefonia cellulare

Non so spiegare il motivo per cui, alle mie elevate competenze informatiche, corrisponda anche un'elevatissima incompetenza nell'ambito della telefonia cellulare.
A tutt'oggi ho posseduto solo tre cellulari, tutti e tre rigorosamente privi di fotocamera, tutti e tre passati a miglior vita mentre si trovavano ancora in sane e robustissime condizioni fisiche, e infatti il loro decesso è avvenuto per colpa delle rispettive batterie, mentre erano nel fulgore della vita.
Considerato che il trapianto di batteria è a tutt'oggi un evento troppo costoso (il prezzo è più alto di quello di un telefono nuovo di zecca!) mi sono messa, mio malgrado, alla ricerca di due nuovi cellulari, mentre i miei sono ancora in vita ma dichiarati ormai clinicamente morti.
Sepolta da consigli di parenti e amici, da volantini e volantoni, da offerte varie nonché dall'apparente esiguità delle mie risorse economiche (nel senso che sono disposta a svenarmi per un notebook, ma per un telefonino NO di certo) ho dovuto accantonare il sogno di possedere un gioiellino BlackBerry o un IPhone, consapevole del fatto che non sarei MAI riuscita ad usarli e che non esiste, nel raggio di dieci km., un essere umano disposto a spiegarmene pazientemente e ripetutamente - in media una volta al dì - l'uso.
Perchè un cellulare non è mica un frigo... ed io odio le istruzioni, non sopporto i manuali d'uso tradotti in ridicolo italiano, ho due paia di occhiali con cui vedo malissimo e, quel che è peggio, un cervello completamente refrattario alle famigerate istruzioni.
Dal momento che dopo un decennio sono riuscita a capirci qualcosa nel menu dei Nokia, non ho avuto il fegato di cambiare marchio e ho adocchiato un piccolo Nokia.
Il prezzo è conveniente (forse perchè è basic?!?), non è tri e manco quadriband, non ha il blue-tooth, non è UMTS, non ci navigherò in internet e non consulterò la posta elettronica, niente MP3, però in compenso non mi daranno una nuova sim card con un nuovo numero (ne ho già troppe): insomma, il telefonino giusto per me!
Potrò continuare ad essere in controtendenza!!!
Nel frattempo aspetterò che ne esca uno simile, e tra una decina d'anni magari mi faccio anche Facebook Mobile. Ma sì, forse è arrivata l'ora di ribellarsi al mio karma.

martedì 4 gennaio 2011

Un'altra laurea

Ho una gran voglia di prendermi un'altra laurea. Una laurea specialistica, alias magistrale, con doppia mozzarella, con panna montata, con la glassa sopra. Ho voglia di fare raccolta di titoli per superare un paio di colleghe deficienti, ignoranti e assenteiste, ma ricche di ambizione.
Mi viene da vomitare a pensare che il sistema ha avuto il coraggio di equiparare le lauree conseguite al defunto Magistero (Pedagogia, Materie Letterarie ecc.) dopo un ridicolo diplomino quadriennale, in Lauree Specialistiche!!! Ai concorsi per titoli una persona può così vantare due lauree, una di cui sopra, l'altra conseguita in un solo anno all'università di Trieste-scuola radio elettra, mentre io che ne ho due, una breve e una accademica, entrambe da 110 e lode, in pratica è come se non avessi titoli.
Ho una pubblicazione, però.
Adesso è il momento della laurea specialistica, non importa in cosa: Limatura e Ferro, Segatura e Legno, Scope e Palette...
Non voglio la dirigenza, voglio solo partecipare al concorso e superare le Collezioniste di Lauree: io sono intelligente, non ho bisogno di altre responsabilità e quando faccio una cosa mi piace farla al meglio, non mi sento una donna in carriera bensì una professionista seria, non ritengo che per fare la dirigente bastino il look e i capelli freschi di parrucchiere mentre la capacità è un optional.
Al solo pensiero di come potrebbe andare a finire se mi fisso su questa cosa, ho paura.
Ho una gran voglia di prendere una laurea in Psicologia.
Aiuto.

lunedì 3 gennaio 2011

2011

Anno nuovo, blog nuovo.
Ho scelto colori chiari, abbandonando toni cupi che hanno accompagnato gli stati d'animo di questi ultimi anni.
Ci dovrò lavorare, dovrò riprendere tutte le impostazioni, i link dei siti preferiti, ma sto riprendendo anche me stessa... nel senso che mi sto riprendendo!
Per un momento ero crollata, stavo cominciando a perdere molte delle mie certezze ma solo perchè la mia vita sembrava virare per una direzione strana, differente.
Mai dire mai... ho sempre pensato che fosse uno sciocco luogo comune, ma ora so che non è così. Io quel Mai stavo per dirlo, ogni mattina mi svegliavo con questa parola in testa e ogni sera mi addormentavo con questa consapevolezza: ma sbagliavo.
Un giorno, senza preavviso, quel Mai si è trasformato in Adesso.
Sogno o realtà? Gioco? Incoscienza?
Normalità, tranquillità, serenità, naturalezza, consapevolezza, dolcezza.
Qualcosa da conservare dentro di sé, un piccolo regalo in mezzo alle difficoltà quotidiane.
Ognuno ha diritto al suo piccolo dono, ognuno ha nel cuore un posto segreto da colmare di tenerezza.
Senza far male, senza farsi male.
Auguri.