mercoledì 22 settembre 2010

Maternità a quarant'anni

La Maternità a quarant’anni, ovvero la sagra dell’egoismo femminile sulla pelle altrui.
Molte donne di classe sociale medio-alta, dopo aver studiato, essersi laureate e specializzate, dopo aver trovato un buon posto di lavoro e conquistato finalmente l’indipendenza economica, dopo aver viaggiato ed essersi abbondantemente divertite, stufe persino di aperitivi, serate ed happy hours, al traguardo dei quarant’anni – ed anche oltre – cominciano a chiedersi cos’è che manca loro, per completare il quadro perfetto.
Ovvio, un figlio!!! Ma uno solo, per carità… che due, già sarebbero troppi (anche perché hanno già programmato di ritoccarsi il seno dopo la gravidanza).
Dal momento che gli ultimi vent’anni li hanno passati a dribblare accuratamente fidanzati appiccicosi, tradizionalisti e retrogradi, sono ancora single con tendenza allo zitellismo… eppure, questo non è un problema, per una vera donna in carriera: lei ha studiato per analizzare, pianificare e trovare soluzioni efficaci per ogni questione, ha frequentato a corsi sulla comunicazione, simulate, role playing, lezioni frontali e partecipate, seminari e master di vari livelli, in Italia e all’estero. Figurati se si fa intimorire dal problema di fare un figlio mentre è single.
Scatta dunque il casting per il reperimento del maschio adatto.
E’ ovvio che dev’essere giovane, piacente, in possesso di un buon (ma che dico buono? OTTIMO!!!) patrimonio genetico, di buon livello socio-economico-culturale, con famiglia d’origine possibilmente abitante in un’altra città (la vicinanza della suocera, è risaputo, porta più rogne che vantaggi) e magari, senza ex mogli sanguisughe e figli da mantenere.
Di polli così, ce ne sono parecchi. Eterni Peter Pan auto-convinti di essere play-boys, sol perché guidano un’auto sportiva (comprata rigorosamente a rate…) e si vestono nei negozi più trendy, consigliati dal commesso gay che li riempie di complimenti.
Una volta individuato il padre giusto per la propria creatura, la donna in carriera aspirante mamma ci mette un secondo a portarselo a letto: giusto il tempo di una cena. Se poi è nel periodo ovulatorio, al secondo appuntamento lo scopo è raggiunto: è incinta!
La notizia inizialmente sconvolge completamente il neo-padre, che tuttavia essendo un signore promette di assumersi tutte le sue responsabilità: riconoscere il bambino, contribuire al suo mantenimento, fare il padre insomma, anche se part-time che è anche molto più comodo del full-time. Ma tutto questo, alla neo-mamma in carriera non basta: una volta reperito il maschio giusto, lei vorrebbe anche tenerselo come compagno per un po’, specie se ha dieci anni meno di lei. Vuoi mettere quanto è trendy andarsene in giro col figlio biondo in pagliaccetto Dolce&Gabbana e il compagno dieci anni più giovane?!? E’ la realizzazione di ogni aspettativa da donna in carriera… del resto è lei che dirige l’orchestra, mica lui!!!
Peccato che, nel frattempo, questa improvvisa e inaspettata paternità, al trentenne pollastro di bell’aspetto e buona famiglia abbia dato una salutare svegliatina. Il ragazzo ha sentito nei confronti del figlio (che tra l’altro è una splendida femminuccia, e gli somiglia pure tantissimo) un trasporto che non si aspettava. Non solo si è assunto le proprie responsabilità, ma intende esercitare (attualmente: per il futuro, non si sa…) pienamente il ruolo genitoriale nei confronti della piccola. Quello che non intende fare, è sposarne la madre, né tanto meno conviverci: con la tipa ha avuto soltanto un paio di gradevoli rapporti sessuali, mica una storia sentimentale. Non la ama, non ha mai sentito verso di lei alcun trasporto e, men che meno, lo sente adesso. Anzi, si sente ingannato, truffato, raggirato, manipolato…
La neo-mamma in carriera, quella che ha messo in piedi la truffa, da parte sua non aveva affatto preventivato che il giovane candidato prescelto potesse anche puntare i piedi: è lei la più forte, o almeno ritiene di esserlo. Per questo inizia a pianificare strategie di vendetta: incassa l’assegno mensile di mantenimento, ma si rifiuta di fargli vedere la piccola. Utilizza tutte le scuse plausibili, la poppata, la febbre, il maltempo, ma ormai la sua tattica è chiara, e neppure tanto originale.
Il caso finisce sui tavoli del Tribunale per i Minori che, nel tempo, provvederà a distribuire torti e ragioni ma non certo su base oggettiva. La ragione verrà attribuita a chi avrà avuto la fortuna di prendersi un ottimo avvocato e di imbattersi in un assistente sociale intelligente e capace. L’altro, si prenderà la fregatura.
La vera vittima della situazione rimarrà, sempre e comunque, il bambino. Speriamo che fra trent’anni eviti almeno di ripetere gli stessi errori dei suoi genitori….

mercoledì 1 settembre 2010

La zia nel congelatore

Un quarantatreenne perito informatico catanese è stato arrestato, con l'accusa di aver conservato per un anno in un congelatore a pozzetto il cadavere di una prozia morta a 95 anni, riscuotendone indebitamente la pensione per cui aveva la delega.
La cara zietta aveva certamente una pensione niente male, essendo vedova di un generale dell'esercito; tra l'altro abitava in uno stabile signorile ed essendo (suppongo) anche abbastanza tirchia (proprio come tutte le vecchie zie) si faceva assistere dal nipote anzichè da una badante.
A parte la connotazione macabro-ridicola - ma pericolosamente attuale - della vicenda, ho voglia di sdrammatizzare. Mi fa (quasi) più pena il nipote disoccupato e disperato che la vegliarda che si è permessa di campare fino a 95 anni sulle spalle dei contribuenti: spero che almeno il nipote, nell'acquistare il mega-congelatore, abbia potuto usufruire degli incentivi statali sul risparmio energetico. E poi la pensione gli sarà servita anche a pagare la salata bolletta ENEL, o no? Sti congelatori consumano eccome!!!
Spero anche che l'avvocato che presterà assistenza legale al povero nipote sia talmente in gamba (e su questo non ho dubbi..) da suggerirgli di dichiarare che non trattasi di Occultamento di Cadavere, bensì di Ibernazione!!!... altro che delitto... signori... qui siamo in presenza di un Esperimento scientifico coi fiocchi...
Qualcuno si ricorderà del compianto prof. dott. Giuseppe Valenti, grande studioso catanese dell'ibernazione umana già negli anni '80: i suoi esperimenti saranno pur serviti a qualcosa.
Ragazzi dai non la facciamo troppo lunga. Il nipote ha continuato a percepire la pensione della zietta perchè la stessa non era morta, ma solo ibernata. Se gliel'avessero revocata, una volta scongelata... la vegliarda come avrebbe mai potuto campare?!?