lunedì 4 febbraio 2013

Tutor aziendale

Prima o poi, arriva.
E' il momento giusto, l'attimo in cui decidi che quello-che-non volevi-assolutamente-fare, quello-di-cui-non volevi-nemmeno-sentir-parlare, adesso è fattibile.
Per la prima volta nella mia vita e nella mia carriera, ho accettato di fare da tutor aziendale ad una tirocinante dall'Università. Una giovane studentessa, fuorisede, al terzo anno accademico e prossima alla Laurea.
Per me si tratta di un'esperienza nuova a cui, sino a ieri, non mi sentivo pronta, ma che oggi considero entusiasmante. La ragazza è sveglia, molto carina ed è anche coetanea dei miei figli. Tra di noi c'è un divario d'età esatto, lei è giovane ed io anche... cioè molto lontana dalla pensione!
Sino a ieri tremavo, al pensiero di trasmetterle esperienza e capacità, sino a farne un clone professionale. Avrei creato una rompiscatole, la collega sempre fuori dal coro, la trasgressione professionale, l'impiegata preparata e rompicoglioni, insomma.
Oggi la vedo diversamente e sono orgogliosa di riuscire a insegnare l'orrido mestiere a una giovane recluta, certa di poterle fare comprendere luci, ombre e criticità, per insegnarle ad affrontare un cammino maledetto e mal retribuito ma anche vario, affascinante, caleidoscopico quasi.
Nello stesso ufficio, la presenza contemporanea di altre due tirocinanti, seguita da altre due diverse tutor aziendali, le consentirà di vedere quanto e come io sia, da loro, differente.
La giovane pulzella mi stima, mi segue e prima ancora di conoscermi di persona, mi aveva già cercata su Google.
Meno male che - su Google - mi ha anche trovata...