lunedì 4 gennaio 2010

"Se questi sono uomini" di F.Villa


La mostra - patrocinata dall’Assessorato comunale alla Cultura che la ospita nelle sale di Palazzo Platamone a Catania– è un accurato e straordinario reportage fra la sofferenza e la solitudine di migranti e carcerati realizzato dal fotogiornalista Fabrizio Villa.
Il titolo, “Se questi sono uomini”, prende spunto dal romanzo autobiografico di Primo Levi ma sceglie volutamente il plurale nel tentativo di raccontare le mille storie, ognuna diverse e speciale, che Villa ha fermato con il suo obiettivo a Lampedusa, Portopalo, Siracusa, Catania e nelle carceri di San Vittore a Milano e Sollicciano a Firenze.
Le foto di Fabrizio Villa documentano gli istanti, a volte drammatici, degli arrivi nella “terra promessa”, la Sicilia. Culla di civiltà e contraddizioni. Isola di approdi, di speranza. Terra dove l’esodo delle trasmigrazioni ha raggiunto le sue espressioni più esasperate. Accanto agli sbarchi, uno spaccato delle carceri italiane, sempre più popolate da detenuti stranieri: in questo caso islamici, ritratti durante il Ramadan. “Spesso finiscono in galera – dice Villa - solo per aver messo piede nel paese delle “meraviglie”: perché l’immigrazione in Italia è diventato un reato”.
Immagini come proiezioni di un disagio che ci trova tutti osservatori partecipi e responsabili.
INFO: la mostra è visitabile sino al 16 gennaio 2010, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e nei pomeriggi di martedì e giovedì (16-18) e del sabato (16-20)

venerdì 1 gennaio 2010

Buon 2010


Inizia un nuovo anno ed è già pieno di problemi e difficoltà da superare... meglio cercare di essere ottimisti, una volta tanto. Gli ostacoli li salteremo uno alla volta, e se non ce la faremo cercheremo di aggirarli.
Siamo vivi, siamo liberi, le nostre donne possono ancora andarsene in giro e mostrare il loro volto, almeno nel nostro Paese, e anche altro se vogliono.
Non so se riusciranno a farlo anche le nostre pronipoti... qualche dubbio ce l'ho, in verità, sinanco sul colore della loro pelle e dei loro occhi. C'è una figura antropologica intelligente, ma geneticamente debole, che qualcuno vorrebbe vedere sparire dalla faccia della Terra. Speriamo bene.