martedì 30 marzo 2010

Dieci cose che mi rendono felice

La mia amica blogger Merins mi coinvolge in un simpatico giochino in cui mi si chiede di esprimere dieci situazioni che mi rendono felice.
Dati i tempi e le situazioni, credo lo sforzo sia propedeutico ad un miglioramento - quanto meno - del tono dell'umore ;-) e le dieci cose non sono necessariamente in ordine d'importanza :DD
1 Guardare i miei figli crescere
2 Preparare dolci per i miei cari
3 Ascoltare musica
4 Fare l'amore
6 Parlare con i miei animali
7 Sentirmi dire Ti voglio bene
8 Trovare abiti e lingerie della mia taglia
9 Riuscire ad aiutare gli altri
10 Scrivere

...cosa ne pensi? Sono andata bene?!?

domenica 28 marzo 2010

Altro che muscoli...

E' di questi giorni la brutta figura a livello nazionale del Comune di Catania, a seguito di una sentenza del TAR ex L.328. La sentenza, ripresa da tutti i siti ed i forum dei disabili, pubblicata a tutto spiano sul web, condanna l'Ente locale a proposito della nota disabile catanese la quale (gravemente ammalata di protagonismo oltre che affetta da invidia cronica nei confronti di Fulvio Frisone e da terribile senso di rivalsa nei confronti dei normodotati) ritiene di ottenere ogni immaginabile sussidio e servizio socio-sanitario ed assistenziale, mobilitando amici politici, stampa, minacciando scioperi della fame, scrivendo al papa, al presidente della repubblica, al presidente del consiglio, ai ministri, al prefetto, a babbo natale, a nonna papera ecc ecc e lamentando lo stato di abbandono in cui i servizi sociali l'avrebbero lasciata, in quanto sei ore al giorno di assistenza domiciliare gratuita non le bastano per vivere decentemente.
E' sicuramente vero che le sue condizioni sono di grave disabilità, anche se l'essersi sottoposta - di sua volontà - ad interventi chirurgici ad altissimo rischio, le ha addirittura peggiorate.
E' anche vero che la tipa non è l'unica ad trovarsi in queste condizioni, e che in base al Codice Civile dovrebbero essere i suoi benestanti familiari, genitori e fratelli, ad occuparsi della sua assistenza, prima ancora che gli enti locali, anzichè demandare tutto agli altri.
E' anche vero che prima di denunciare il Comune di Catania, inadempiente certo, incapace di sicuro, colpevole di silenzio-diniego con certezza, la disabile dovrebbe essere persona di specchiata onestà, inattaccabile, corretta, mentre invece è una truffatrice: in malafede, pronta a qualsiasi bassezza e scorrettezza pur di ottenere benefici per sé, a discapito di tutti gli altri disgraziati.
Credo sia ora che qualcuno la denunci: le prove della sua malafede ci sono, inoppugnabili e incontrovertibili, custodite proprio nei fascicoli dello stesso Comune che lei non ha esitato a denunciare, sorretta dall'ANFFAS che le ha pagato le salate tasse per inoltrare il ricorso al TAR.
E' ora che ad essere sputtanata sul web sia proprio lei, per falso in atto pubblico, truffa e chissà cos'altro.
Certo, ogni lobby dei disabili la difenderà, questa coraggiosa paladina... ma la truffa è truffa, il falso è falso e l'unica cura che le serve davvero, e con urgenza, è quella psichiatrica.
Lei ha mostrato i muscoli legali: io spero che il Comune di Catania tiri fuori i coglioni!!!

martedì 23 marzo 2010

Voglia di coccole

Vado a letto con il cuore pieno di tristezza, stasera. Per un po' ho desiderato di rifugiarmi sotto il piumino a piangere in pace, a sfogare il mio dolore e la mia delusione, la mia rabbia e l'ansia per il futuro... e invece no. Ce l'ho fatta a resistere, e sono orgogliosa di me stessa. Il tempo non è passato invano, ho imparato a tollerare la frustrazione ed a conviverci, persino.
Non smetterò di sognare, perchè è una delle cose che mi riesce meglio.
Continuerò a farlo, circondata da persone che mi vogliono bene e mi tengono coi piedi ben piantati per terra, mentre io fluttuo nell'immaginazione.
Ce la farò ancora una volta, sopravviverò anche stavolta.
Ma che voglia di coccole, di tenerezze, di attenzioni tutte per me.
Per aiutarmi a sognare.

lunedì 8 marzo 2010

Un altro 8 marzo

Un altro 8 marzo se ne sta andando. Un giorno uguale agli altri, forse anche peggiore di altri. Un giorno in cui molti deficienti hanno pensato di farci gli auguri, manco fosse il nostro onomastico, ed altri hanno pensato di omaggiarci con un rametto di mimosa, che avrebbe di gran lunga preferito restare sull'albero. Nessuno si è chiesto di cosa abbiamo bisogno, nessuno ha speso una parola in nostra difesa, nessuno si è preoccupato di aiutarci a svolgere con più serenità i nostri molteplici ruoli... ma questa è storia vecchia e le donne non si piangono addosso.
In questo giorno vorrei esprimere un desiderio, uno soltanto ma importante.
Vorrei che le donne riuscissero, finalmente, a trovare la capacità di superare la competizione tra loro, e riscoprire il valore della solidarietà femminile: in famiglia, in gruppo, nel mondo del lavoro soprattutto. Vorrei che prendessero - per una volta! - esempio dagli uomini, scoprendo quanto costoro sappiano aiutarsi l'un l'altro, senza invidie né cattiverie, per l'interesse maschile comune. Nella mia vita non ho conosciuto competizioni maschili, più serie di quelle che riguardavano le dimensioni del pene... ma ho conosciuto la competizione femminile, quella che ti schiaccia anche solo per invidia, quella che è disposta anche a passare sul tuo cadavere, quella che pur di raggiungere lo scopo, può prevedere anche l'annientamento dell'avversaria.
Aboliamo la competizione femminile e avremo fatto un enorme passo avanti verso la nostra felicità.