giovedì 16 maggio 2013

Verso le amministrative

Nel pieno della campagna elettorale per le amministrative, è tutto un agitarsi di neo candidati al Consiglio comunale. Persone che solo ieri erano tranquilli professionisti, padri e madri di famiglia, si stanno dannando l'anima per dimostrare quanto gli stiano a cuore la città e i suoi abitanti.
Non so se provo per loro più pena, o più tenerezza. Sicuramente, c'è in atto una gara all'ultimo sangue per dimostrare al proprio padrino-candidato sindaco quante e quali importanti iniziative, ciascuno è stato in grado di inventarsi per provare ad accaparrarsi una fascia di elettorato.
C'è l'astrologa che - invece di frequentare un corso intensivo di congiuntivi e consecutio temporum - ha tirato fuori dal cilindro iniziative che esistono già, spacciandole come novità assolute.
C'è l'arrapatissima docente di storia dell'arte, che vuole creare spazi in cui i gruppi musicali emergenti (seee...) possano avere - a pagamento, è ovvio - l'opportunità di esibirsi, in attesa del prossimo talent tv.
C'è la lattante con l'apparecchio ai denti, che essendo da anni la fidanzatina di un attivista di sinistra, vuole giustamente sfruttare le conoscenze dell'amato per entrare in politica... ma dalla porta principale, naturalmente!
Ci sono una marea di consiglieri di quartiere allergici al lavoro, che si sono scocciati di prendere solo le briciole e adesso vogliono guadagnare più soldi di prima.
E poi ci sono quelli educati, che ti chiedono il voto con eleganza ed educazione (pochi, giusto un paio) ma che ti sommergono di telefonate nei momenti meno opportuni, da farti desiderare di cambiare scheda una volta per tutte.
Nessuno che voglia cancellare le strisce blu, nessuno che voglia istituire autobus gratis agli studenti, nessuno che voglia ridurre le aliquote IMU e le tassazioni comunali.
Accarezzo la mia coscienza e sono consapevole delle motivazioni per cui esprimerò il mio voto.
Non ne sono orgogliosa, ma darò la mia fiducia a chi - un domani - mi salverà da un eventuale trasferimento lavorativo in un quartiere di estrema periferia.
Salvandomi la vita, l'anima e il portafogli.
Non è poco.

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