lunedì 25 agosto 2008

La leggerezza di un libro tra le carezze del vento

Le mie vacanze casalinghe volgono ormai al termine... tra pochi giorni mi reimmergerò (mio disperatissimo malgrado) nel degrado socio-ambientale e culturale (........) cui mi lega da decenni ormai un rapporto di amore-odio (decisamente più ODIO che amore) tanto che ho deciso che un giorno dovremo separarci, e poi divorziare... Io non sono fatta per lui, parlo del degrado socio-ambientale e culturale, e lui non ha saputo darmi nulla, appoggio morale, soddisfazioni, gratificazioni, carriera... io sono cresciuta e lui è peggiorato, io sono cambiata e lui, invece, è sempre lì e non si smuoverà mai, conviene a troppi che ci sia e allora, una come me dà solo fastidio.
Insomma i miei ultimi giorni di vacanza li sto trascorrendo nel più completo ozio - che brutta parola - no, diciamo RELAX, a leggere lievi romanzi sdraiata seminuda sul letto, facendomi accarezzare dalla brezza leggera che, giorno per giorno, diviene più amabile e fresca.
E' bello fare il vuoto mentale e dimenticarsi di tutto e di tutti... mio marito dice che, quando leggo, potrebbe crollarmi la casa addosso e io non me ne accorgerei...
Ho iniziato con Chimaira di Valerio Massimo Manfredi, come sempre rimpiangendo dall'inizio alla fine di non aver fatto l'archeologa o, quanto meno, di non aver vissuto tremila anni fa, poi ho continuato con Qualcosa di buono di Sveva Casati Modignani e lì, compiaciuta per le mie competenze culinarie (Ciao gragà!!!) mi sono deliziosamente persa tra nobili palazzi milanesi, segreti di famiglia, eredità contese e inevitabile, improbabile quanto melenso finale.
Poi purtroppo mi sono ritrovata.....

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