mercoledì 29 febbraio 2012

Scrittura creativa

E' tutto un proliferare di laboratori di scrittura creativa.
Che insegnino qualcosa, è tutto da dimostrare. E' invece ampiamente dimostrato che servano a riempire le tasche dei docenti, a scapito dei portafogli dei poveri discenti i quali, ahimé, credono di poter diventare scrittori ma, nella maggior parte dei casi, non conoscono neppure la differenza tra congiuntivo e condizionale.
Ad attirare la mia attenzione l'ennesimo corso di scrittura creativa, organizzato da un rampantissimo scrittore catanese per la modica cifra di trecento-euro-trecento a cranio. A parte che, conoscendo il tipo, dubito fortemente che abbia voglia di infondere la sua conoscenza ad altri, come dubito altresì che possa farlo per soldi - è già abbastanza ricco di famiglia - sono strafelice di non essere stata invitata a partecipare. Avrei dovuto inventarmi qualche scusa per declinare l'invito, così come a suo tempo ho declinato le sue avances di finto scapigliato alternativo presuntuoso e autoreferenziale.
L'avergli resistito, non me lo ha mai perdonato.
E' stato il mio sesto senso a salvarmi e non me ne sono mai pentita: ogni tanto, ne azzecco una giusta.
Sarà anche scrittore, giornalista e commediografo, ma l'unica sensazione che riesce a darmi è il senso dello sporco, del trasandato, dello scapestrato DOC.
Sono orgogliosa di me stessa.

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