domenica 16 maggio 2010

Mariarca, una donna vera

Esistono anche donne coraggiose, capaci di grandi gesti, e giornalisti schifosamente pusillanimi. La protesta di Mariarca Terracciano, l'infermiera napoletana che ha manifestato contro la propria azienda in maniera non-violenta, attuando salassi e uno sciopero della fame, ha avuto vasta eco solo dopo la sua morte. Tutti i mezzi d'informazione hanno fatto passare la vicenda sotto un colpevole silenzio, mandando in onda notizia ed interviste quando la poveretta era ormai cadavere... a cosa serve, adesso, parlarne?
Che senso ha discuterne adesso che Mariarca non ce l'ha fatta?
Mariarca ormai è morta, i suoi bimbi sono orfani, il marito è vedovo e i suoi colleghi hanno percepito gli stipendi arretrati, quelli che l'azienda tardava a pagare per mancanza di liquidità. Tacete, che è meglio.
Altri stipendi non verranno pagati, altri buoni-pasto non verranno distribuiti, perchè i contratti del pubblico impiego impegnano solo i dipendenti, mai il datore di lavoro: quello ha mille giustificazioni per non rispettarlo, e non puoi farci nulla... nel caso, crepa pure.
Alla gente importa poco, perchè i pubblici dipendenti sono considerati fannulloni, ben pagati (se, e quando, li pagano...) e raccomandati. La verità è che stanno sulle balle a tutti, ma per pura e semplice invidia. Chiunque, al loro posto, si comporterebbe nello stesso, identico modo.
Capisco la rabbia di Mariarca, è la stessa che provo io ogni volta che le spettanze non mi vengono pagate, con scuse di vario genere. Sento più che mai questa piccola donna coraggiosa vicina al mio cuore, vicina al mio modo di pensare.
Altro che finti scioperi della fame di politucoli, di disabili, di imbroglioni con giornalisti, telecamere e medici compiacenti al seguito. Se volete protestare, fate come Mariarca Terracciano.
Lei è morta, voi invece siete ancora in mezzo alle palle.

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